In queste settimane sono stati finalmente ufficializzati i calendari della stagione di beach volley femminile NCAA, che inizierà a fine febbraio. Tra le università che saranno al via, Florida International University, farà il suo esordio il 4 marzo al Jacksonville Invitational. Questa settimana vi proponiamo quindi un’ intervista al Head Beach Volleyball coach di FIU, Rita Buck-Crockett (1957, San Antonio, Texas).
Negli ultimi anni il suo roster è sempre stato arricchito da atlete italiane che hanno contribuito ai successi del programma (Bianchin, Frasca, Mancinelli, e Bianchi). Ma non è di certo conosciuta solo per questo! Rita, oltre che essere una Medaglia d’argento olimpica a Los Angeles 1984, ha militato per moltissimi anni nel campionato italiano indoor (1988-1993). Beniamina dei tifosi romani e materani, Rita è stata soprannominata “Rocket” per la sua capacità di salto e la sua velocità. Introdotta nella Hall of Fame nel 2011, è stata una delle migliori bande al mondo negli anni ’80 e ’90. Alla guida del programma di beach volley di FIU da diversi anni, è stata anche eletta “AVCA Coach of the Year” nel 2015.
Di recente hai deciso di allenare esclusivamente il beach volley. Ti manca allenare la pallavolo indoor?
L’amore che nutro per la pallavolo indoor non è quantificabile, ma avevo bisogno di dedicare più tempo alla mia famiglia e alla mia nipotina. Inoltre posso finalmente concentrare tutte le mie energie sul beach volley. Il campionato NCAA si fa ogni anno sempre più avvincente e competitivo, e per questo richiede tutte le mie energie e attenzione.
Le tue impressioni sulla squadra di questo anno.
E’ sicuramente un team giovane e inesperto. Non voglio sbilanciarmi con i pronostici. Quello che posso dire è che abbiamo una gran fisicità e grande potenziale. E’ una squadra che va vista in prospettiva, ma anche quest’ anno possiamo dire la nostra contro le migliori squadre.
Cosa ne pensi del campionato di quest’anno? Il Covid rappresenterà ancora un grosso impedimento?
Quest’ anno sarà un campionato meno limitato rispetto a gli altri anni Covid. La maggior parte delle nostre atlete ha la terza dose o ha gia’ contratto e sconfitto il virus. Cercheremo di assaporare di nuovo la normalità, ma sempre rispettando le norme che ci vengono giustamente imposte dai vari enti. L’ambiente dell’ allenamento è sereno e si respira aria di sana competitività.
Negli ultimi anni hai sempre fortemente voluto italiane nel tuo roster…
Per molti aspetti mi sento italiana. L’intesa che ho avuto allenando il duo All-American Bianchin-Frasca mi ha spinto a insistere su altre italiane, che non stanno deludendo di certo le mie aspettative (Bianchi e Mancinelli). Non solo posso comunicare con loro in italiano, lingua che amo moltissimo, ma comprendo anche le loro usanze, costumi, e cosa più importante la mentalità che assumono in campo.
Cosa ti manca dell’ Italia?
Mi manca molto il calore del pubblico. Ogni volta che entravo nel palazzetto i tifosi ci accoglievano come se facessimo tutti parte di una famiglia. Ricordo ancora i profumi, le voci, e i tramonti di Roma. Ma ancor più mi manca l’atmosfera surreale di Matera, una delle città più belle che io abbia mai visto. In Italia poi ho coltivato delle amicizie che occupano un posto speciale nel mio cuore, specialmente quella con Consuelo Mangifesta, grande persona sia fuori che dentro al campo.