Abbiamo intervistato Margherita Giani, nostra student-athlete, che quest’anno ha preso parte all’American College Volleyball Showcase 2023 in veste di tutor, ma che ha iniziato il suo percorso, la sua avventura proprio dal nostro evento, la prima volta nel 2018.
Una testimonianza più che un’intervista. Margherita racconta le sue esperienze, le sue sensazioni e come questo percorso le stia cambiando la vita.
Hai preso parte allo Showcase come atleta e poi come tutor. Quali sono state le tue sensazioni oggi e quali quelle del passato? Ho avuto l’opportunità di partecipare a due showcase come atleta durante l’estate del mio terzo e quarto anno di liceo con Sportlinx360. Da atleta, provavo un enorme entusiasmo e felicità nel visualizzare il mio futuro negli Stati Uniti, studiando e giocando a pallavolo nei college e nelle università americane. Tuttavia, non posso negare che durante gli showcase avessi anche un po’ di timore nel pensare a un futuro così lontano dalla mia famiglia, dai miei amici e dall’Italia in generale. Nel terzo anno, ero ancora in fase di esplorazione di questa opzione, mentre nel quarto anno ero praticamente certa al 100% di voler intraprendere questa strada. La partecipazione agli showcase nel 2018 e nel 2019 è stata una delle esperienze più significative del mio percorso sia come studentessa che come atleta. Inoltre, partecipare come tutor mi ha fatto riflettere ancora una volta sull’importanza del percorso intrapreso e della mia carriera sportiva ed educativa, rendendomi felicissima di poter aiutare altre ragazze a superare i dubbi e le incertezze che anch’io avevo avuto nel 2017 e nel 2018.
Lo Showcase è un passaggio essenziale per chi sogna di volare negli States. Come ci si prepara a questo evento? Quali consigli puoi dare a chi vuole partecipare e sfruttare questa opportunità? Lo showcase rappresenta un passaggio fondamentale poiché offre un assaggio di ciò che ti aspetta negli Stati Uniti una volta partito. Ti introduce al mondo dello sport e degli studi universitari americani. Jesica ed Elitza, insieme al resto dello staff, svolgono un ruolo prezioso nel guidare e spiegare tutte le tappe di questa esperienza, rendendo lo showcase un’esperienza unica e molto interessante. Non esiste una preparazione specifica, ma è importante essere pronti a mettersi in gioco in ogni aspetto: sul campo da pallavolo, nella lingua inglese e durante i possibili colloqui con gli allenatori americani. Il mio consiglio per chi desidera partecipare a questa esperienza è di non aver paura di mettervi in mostra, lo showcase è l’occasione perfetta per farsi notare. Gli allenatori americani non valutano solo le tue abilità atletiche, ma prestano attenzione anche al tuo comportamento in campo, al tuo interesse per gli studi, alle tue qualità di leader e alla tua capacità di collaborare con i compagni di squadra, e molto altro ancora.
La tua esperienza in America continua. Quali sono stati gli step principali e le tappe più importanti sin qui tra vita, studio e pallavolo? Momenti, successi ed emozioni. Quest’anno ho concluso il mio terzo anno negli Stati Uniti, i primi due alla Southern Illinois University in Illinois e l’ultimo, dopo essermi trasferita, all’University of Texas Rio Grande Valley in Texas. Vivere in America è stato un percorso che mi ha permesso di imparare molte cose in diversi ambiti, dalla vita quotidiana allo studio, passando per la pallavolo e la sfera sociale. Il primo semestre come “freshman” è stato il più complesso e impegnativo, soprattutto perché sono partita durante la pandemia di COVID-19. Ho dovuto adattarmi a una cultura molto diversa dalla nostra, alla lingua inglese, alla vita intensa degli studenti atleti, alle nuove relazioni sociali che ho sviluppato, al modo diverso di affrontare lo sport e lo studio. Anche i momenti più difficili li considero come occasioni di crescita personale e parte fondamentale del mio percorso. Ci sono tanti bei ricordi: i viaggi in giro per gli Stati Uniti per giocare in palazzetti enormi che non abbiamo nemmeno in Serie A in Italia, i momenti divertenti con le mie compagne di squadra e le nuove amiche, l’emozione prima delle partite, il divertimento durante gli allenamenti e le avventure con le mie amiche al di fuori dell’università. Ho avuto anche la fortuna di viaggiare come ospite a casa delle mie compagne di squadra, sia in Colorado che in Florida. Ho fatto un viaggio a New York City con il mio ragazzo un anno e un altro viaggio con mia mamma e mia sorella l’anno successivo. Quest’anno è stato il migliore finora: a UTRGV ho trovato una famiglia e ho avuto tanto divertimento e soddisfazioni. La gioia più grande è stata vincere la Regular Season della nostra Conference durante l’autunno 2022, un momento che non dimenticherò mai.
Cosa ti ha dato questa esperienza da studente-atleta sino ad oggi? Come ti ha migliorato? Questa esperienza mi ha arricchito in ogni aspetto della mia vita. Sono arrivata negli Stati Uniti come una giovane ragazza e ne sono uscita come una donna adulta. Vivere da sola così lontano da casa mi ha fatto capire e imparare molte cose. Ho dovuto mettermi in gioco e gestire bene il mio tempo. Personalmente, ho imparato a credere di più in me stessa e nelle mie capacità, a non avere paura di iniziare qualcosa o di fallire, perché fa parte del percorso. Ho imparato a vivere e comprendere culture totalmente diverse e ho capito l’importanza della costanza nelle cose: passo dopo passo, possiamo raggiungere ciò che desideriamo.
Molti ragazzi sono in partenza, altri partiranno. Qual è il consiglio principale che vuoi dargli? Il mio consiglio principale per coloro che sono in partenza o che partiranno è quello di informarsi accuratamente su ciò che li attende, in modo da limitare le sorprese una volta arrivati. È utile ascoltare serie TV o canzoni in inglese parlato negli Stati Uniti, per familiarizzare con la lingua e l’accento. Inoltre, non bisogna preoccuparsi troppo di fare amicizia, poiché è molto più facile stringere legami nei campus americani, dove molti vivono nelle vicinanze e condividono routine simili. Infine, consiglio di fare tante domande a coloro che sono già partiti, poiché noi avevamo gli stessi dubbi di chi sta per partire e possiamo offrire preziosi consigli e racconti di esperienze personali.