Sette domande, sette step, sette capitoli di un’ esperienza, quella di Chiara Di Valerio che si è raccontata sul nostro sito ufficiale. Una storia da leggere, da conoscere ed approfondire e soprattutto da prendere come modello tra campo e banchi dell’università
American Dream
Fin da piccola sono sempre stata affascinata dall’idea dell’”American dream”, quindi non potevo farmi sfuggire un’occasione del genere. Finito il liceo, diventare una studentessa-atleta negli States rappresentava il perfetto connubio tra i miei obiettivi e le mie passioni: volevo proseguire gli studi all’università, non rinunciando a giocare a pallavolo e allo stesso tempo volevo viaggiare il più possibile. E questa esperienza mi ha permesso di realizzare tutto ciò!
L’impatto inziale
Sicuramente la principale difficoltà che ho incontrato negli Stati Uniti è stata la lontananza dalla mia famiglia e dai miei amici, e certamente il fuso orario non ha aiutato. Mi è capitato spesso di soffrire di “homesickness”, ma anche questi momenti sono stati fondamentali per crescere ed apprezzare molto di più cose che prima davo per scontate. Invece, sono stata piacevolmente sorpresa dalla velocità con cui sono riuscita ad imparare la lingua. La mia più grande paura prima della partenza era di non essere in grado di capire o comunicare con gli altri. Ovviamente non è stato facilissimo all’inizio e non ero in grado di sostenere una conversazione fluentemente, ma è stato molto più agevole di quanto immaginassi.
Dall’arrivo alla partenza
Riassumere in poche righe 3 anni come quelli che ho vissuto è quasi impossibile. Ne sono successe veramente tante. All’inizio sembrava di essere in un film e non realizzavo tutto ciò che mi stava accadendo intorno. Se dovessi elencare le tappe principali di questo percorso dal punto di vista pallavolistico inizierei con la prima pre-season con il primo torneo al MIT dove sembrava tutto così surreale. Poi l’esperienza più bella è stata vincere i Regionals e andare a Seattle per disputare i Nationals. Sono state emozioni uniche. Infine, la Senior Night è stata una giornata molto difficile emotivamente, perché realizzi che si sta chiudendo un capitolo della tua vita. Questi sono solo alcuni momenti, per non parlare della vita al di fuori della pallavolo, come il giorno di Halloween, i Thanksgiving, gli Spring Break, il mio 21esimo compleanno e il giorno della Graduation.
Il percorso accademico
Mi sono laureata lo scorso dicembre in Business Administration con una concentrazione in Project Management e due minors in Economics and International Business con 4.0 GPA Summa Cum Laude. La mia idea è sempre stata quella di proseguire gli studi in Italia, fin dal principio il mio obiettivo era crearmi un percorso internazionale prendendo il meglio da entrambi i Paesi, quindi ho scelto un percorso di studi che potesse essere riconosciuto nelle università italiane. Sono riuscita a laurearmi in 2 anni e mezzo invece dei convenzionali 4 anni perché non volevo risultare un anno “indietro” una volta tornata in Italia. Inoltre, temevo di riscontare problemi burocratici nell’ottenere il riconoscimento della laurea o di dover fare degli esami aggiuntivi e perciò volevo avere il tempo per sostenerli. Sono molto contenta di questa scelta che ha premiato i miei sforzi: mi ha dato la possibilità di ottenere tutta la documentazione con calma e di scegliere senza fretta il percorso di studi da intraprendere in Italia. Alla fine, anche se il percorso burocratico è stato abbastanza lungo, mi sono riuscita ad immatricolare a settembre all’Università di Roma Tor Vergata dove ho iniziato la Magistrale di European Economy and Business Law.
Un’esperienza unica ed indimenticabile
Non credo di essere in grado di esprimere a parole tutto ciò che mi ha lasciato questa esperienza. Porto con me dei ricordi indelebili e soprattutto delle persone incredibili con cui ho condiviso questo percorso. I legami che si stringono durante un’esperienza del genere sono difficili da descrivere, perché è come se ti stessi creando una seconda famiglia. Sento di essere profondamente cambiata. Vivere lontana da casa mi ha insegnato ad affrontare i problemi con più maturità e calma, rendendomi più indipendente e responsabile; ma soprattutto, anche se può sembrare un cliché, questo percorso mi ha fatto realizzare quali sono le cose che contano veramente, e ad oggi apprezzo molto di più cose che prima davo per scontate.
Il ricordo sportivo più bello
A livello sportivo, sicuramente, il ricordo più bello è la vittoria dei Regionals. Il nostro programma non aveva mai partecipato alle fasi regionali, quindi presentarsi per la prima volta e vincere da “underdogs” è stata un’emozione indescrivibile. L’ultimo punto del tie-break (vinto 21-19, quindi immaginate la tensione) è un momento che non si può scordare.
Un consiglio perché vuole partire
Quello che mi sento di consigliare è di non avere paura e vivere al massimo ogni attimo di quest’avventura, anche quelli che sembrano più difficili. Per quanto possa sembrare spaventoso lasciare tutto e stravolgere completamente la propria vita, posso assicurare che ne varrà la pena!